Con il termine “salute” si definisce “la capacità di adattamento e di auto-gestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive”. Un’alimentazione adeguata è uno strumento fondamentale per raggiungerla.
Più volte su questa pagina mi avete visto scrivere che la salute è nelle nostre mani: questa non è la considerazione di un’inguaribile (se mi passate il gioco di parole) ottimista, ma la conclusione approvata durante l’Assemblea della Salute Mondiale dell’OMS del 2011: la salute non deve essere vista come una situazione statica, contrapposta alla malattia, ma come un equilibrio dinamico che permetta la gestione ottimale della propria vita, sotto ogni aspetto.
Questo è precluso ai molti pazienti di patologie depressive (tre milioni e mezzo in Italia, fonte Istituto Superiore di Sanità; in Svizzera, quasi mille persone si suicidano ogni anno: è la terza causa di morte per uomini tra 20 e 29 anni, fonte UFSP).
Da diversi anni, decine di studi hanno messo in correlazione gli effetti di una sana alimentazione con il benessere psichico, ma questi risultati sono sempre stati estrapolati da dati raccolti per altri fini. È invece di pochi mesi fa la pubblicazione di uno studio in cui sono stati studiati direttamente gli effetti di una dieta adeguata cui sintomi della depressione.
Un gruppo di 101 pazienti depressi tra i 17 e i 35 anni è stato sottoposto a una serie di questionari standard per la valutazione dello stato di salute mentale e, a sole tre settimane dall’introduzione di un regime alimentare basato sui principi della dieta mediterranea, ha riportato un miglioramento significativo dell’umore, con i punteggi relativi alla depressione migliorati dal range di severità moderata al range normale, mentre nel gruppo di controllo (persone non depresse) non è stato osservato alcun cambiamento positivo.
Uno dei risultati più interessanti dello studio è stato che il cambiamento delle abitudini alimentari è risultato gestibile anche per questo tipo di pazienti, nonostante le molteplici barriere che avrebbero potuto frapporsi: malumore, scarsa energia, impegno necessario a cucinare, uscita dalla modalità “pilota automatico” durante la spesa. La prospettiva di risollevarsi dal baratro della depressione, e di poter giocare un ruolo attivo nel processo, ha reso possibile questo “miracolo”.
Questo naturalmente non significa minimizzare le difficoltà che incontrano i pazienti depressivi, ma un invito a credere che uscire dal circolo vizioso è possibile, che le armi a disposizione ci sono e che la loro efficacia sarà tanto più potenziata, quanto più attiva sarà la partecipazione personale al processo di guarigione.
Proattivi saluti
dalla vostra consulente nutrizionale
Tatiana Gaudimonte
info@loveyourbody.ch
Fonte: HM Francis et al. “A brief diet intervention can reduce symptoms of depression in young adults – A randomised controlled trial” – PLoS One. 2019; 14(10): e0222768
Foto di Somchai Chitprathak da Pixabay