Proteggere gli antichi valori della nostra tradizione alimentare non è solo un fatto culturale, ma anche una difesa della nostra salute.
Nel 2010, l’UNESCO ha dichiarato la Dieta Mediterranea “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”. La Dieta Mediterranea è di fatto riconosciuta ad oggi come l’unica in grado di salvaguardare e promuovere lo stato ottimale di salute per l’uomo, in condizioni fisiologiche.
Come spesso succede, chi sta seduto sopra a un tesoro non realizza il suo valore. In Italia, purtroppo, succede in tanti ambiti e l’alimentazione non è un’eccezione. Infatti, benché questo stile alimentare e di vita abbia caratterizzato le nostre abitudini da sempre, è stato un americano a “scoprire” e renderne noti al mondo i benefici.
Il biologo e fisiologo Ancel Keys, visitando l’Italia del sud e altre aree del Mediterraneo negli anni immediatamente successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, era rimasto colpito dal fatto che alimentazione e stile di vita degli abitanti di queste zone riducevano sensibilmente la mortalità a causa di malattie dell’apparato cardiovascolare, che invece, nelle ricche aree urbane degli Stati Uniti, erano in continuo, impressionante aumento.
Alle prime osservazioni di Keys seguì uno studio più amplio e approfondito, a livello internazionale: il Seven Country Study, che ha documentato chiaramente il ruolo protettivo della Dieta Mediterranea nei riguardi della cardiopatia coronarica e di altre condizioni morbose.
Negli ultimi mesi, la nostra tradizione alimentare è stata però messa “sotto attacco”: da una parte, la messa in guardia da parte dell’OMS contro alcuni prodotti tradizionali come olio, prosciutto crudo e parmigiano; dall’altra, l’abbandono di questo stile di vita proprio nei Paesi dove è nato, ossia Italia e Grecia, come riportato, lo scorso maggio, all’European Congress on Obesity a Vienna.
Più che di abbandono, preferisco parlare di passaggio dalla vera Dieta Mediterranea, basata su cereali integrali, legumi, ortaggi, frutta, prodotti della pesca, olio di oliva, vino, a un suo fake, in cui invece vanno a prevalere cereali raffinati, bibite zuccherate e decisamente troppa carne, troppi latte e formaggi, troppi margarine e dolci assortiti. Senza contare che la Dieta Mediterranea non significa solo scelta di alimenti, ma include anche frugalità e attività fisica, ma i popoli mediterranei stanno diventando sempre più sedentari.
E mentre gli Stati Uniti hanno confermato, anche per il 2019, che la Dieta Mediterranea è la migliore in termini di effetti sulla salute, noi ci incicciottiamo a furia di rimpinzarci di junk food. Non si può certo dire che siamo furbi, negli scambi interculturali.
Sarcastici saluti
dalla vostra consulente nutrizionale
Tatiana Gaudimonte
info@loveyourbody.ch
Fonti:
“U.S. News Reveals Best Diets Rankings for 2019″ – U.S.News
“WHO Childhood Obesity Surveillance Initiative (COSI)” – World Health Organization
